Il motivo di questo monito era la convinzione che un’esposizione mediatica provocasse potenziali effetti negativi sui bebè. I dati più recenti portano alla stessa conclusione, infatti è più forte che mai la raccomandazione da parte dell’AAP e in particolare del Dr. Ari Brown, un membro del Consiglio dell’Academy, di tenere i bambini sotto i 2 anni lontani da schermi e strumenti digitali, dal momento che oggi conosciamo meglio il precoce sviluppo del loro piccolo cervello e dunque gli effetti che hanno i vari tipi di stimolazione e attività su questo processo.
Anche il pedagogista Daniele Novara concorda pienamente, affermando che:
l’infanzia non ha bisogno di videoschermi e neppure di una realtà virtuale. Prima dei 3 anni infatti un bambino deve sviluppare competenze attraverso l’interazione con l’ambiente circostante, imparando a utilizzare tutti e cinque i sensi.
Molti programmi per i neonati e per i più piccoli sono etichettati come “educativi”, ma non ci sono prove a sostegno di una reale funzione educativa. I programmi di qualità sono educativi per i bambini solo se i bambini possono capire il contenuto e il contesto del programma. Gli studi dei pediatri dell’American Academy dimostrano che i bambini fino ai 2 anni non hanno in genere questa comprensione. È stato addirittura dimostrato che basta una televisione accesa nella stessa stanza dove un bambino piccolo sta giocando per disturbarne l’attività, e la capacità di concentrazione, così importante per il suo futuro.
Giocare come si giocava una volta, senza telefonini e videogiochi, è di gran lunga un modo più funzionale allo sviluppo del cervello dei bambini rispetto al gioco prodotto dai media elettronici: i bambini imparano infatti a pensare in modo creativo, a risolvere problemi e a sviluppare le abilità di ragionamento e motorie già in età precoce attraverso un gioco non strutturato.
I bambini imparano attraverso l’interazione con gli esseri umani, non attraverso le schermate.
L’AAP ha pubblicato un rapporto in cui sostiene che i bambini che guardano troppo lo schermo sono a rischio di ritardi nello sviluppo del linguaggio una volta che iniziano la scuola. I motivi esatti sono ancora tema di studio per l’Academy, nel frattempo il consiglio è attenersi alle linee guida rivolte ai genitori e agli operatori sanitari:
Il gioco è essenziale per lo sviluppo perché contribuisce al benessere emotivo, cognitivo, fisico e sociale dei bambini e dei giovani. Giocare è anche l’occasione ideale per i genitori di impegnarsi con i loro figli. Nonostante i benefici derivanti dal gioco tra bambini e genitori, il tempo per il gioco libero è stato notevolmente ridotto a causa di una serie di fattori tra cui uno stile di vita frettoloso, i cambiamenti nella struttura familiare, e una maggiore attenzione alle attività scolastiche di apprendimento a spese del gioco centrato sul bambino. Questo rapporto offre linee guida su come i pediatri possono sostenere i bambini, aiutando le famiglie, i sistemi scolastici, e le comunità a considerare il modo migliore per creare l’ambiente di sviluppo ottimale per garantire che il gioco sia protetto nella vita dei bambini.
Il gioco è così importante per lo sviluppo ottimale del bambino che è stato riconosciuto dall’ONU come un diritto di ogni bambino. Ogni bambino merita la possibilità di sviluppare il suo potenziale unico attraverso il gioco.
Il gioco permette ai bambini di utilizzare creatività, fantasia, destrezza e forza fisica, cognitiva ed emozionale. Giocare è importante per il sano sviluppo del cervello. E’ attraverso il gioco che i bambini in età molto precoce interagiscono col mondo che li circonda. Il gioco permette ai bambini di creare ed esplorare un mondo che devono conquistare, sconfiggendo le loro paure insieme ad altri bambini o agli adulti. Il gioco aiuta i bambini a sviluppare nuove competenze che portano a una maggiore fiducia di cui avranno bisogno per affrontare le sfide future. Il gioco permette ai bambini di imparare a lavorare in gruppi, di condividere, di negoziare, per risolvere i conflitti , sviluppare capacità decisionali, scoprire le proprie aree di interesse e, infine, impegnarsi pienamente nelle passioni che desiderano perseguire.