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    Attachment parenting: il contatto per rispondere al bisogno di mamma e bambino by mammafelice.it

    L’Attachment Parenting è uno stile educativo basato sull’importanza del contatto tra madre e figlio, e tra genitori e figlio.
     

    Gli elementi fondanti sono il rispetto del bambino e delle sue esigenze ma soprattutto un contatto prolungato pelle-pelle: tener vicini i propri figli, tenerli letteralmente ‘addosso’ abbracciandoli o portandoli in fascia, per coltivare e realizzare con loro un fortissimo legame di empatia.
     

    Non è un invito a crescere figli viziati e deboli, ma anzi un invito a crescere figli forti e sicuri, fiduciosi in se stessi, resi forti dal legame con i genitori.
     

    Questo serve a costituire la “base sicura“¹: la fiducia che il bambino ha verso la sua figura di attaccamento (madre, padre, chi fornisce le cure) gli dà la libertà e la forza di esplorare il mondo. Se infatti il bambino sa di avere sempre a disposizione la protezione dei genitori, ha anche la fiducia di essere amato e supportato, la forza di sopportare il distacco (per esempio all’asilo), la fiducia in se stesso e la capacità di scoprire il mondo senza timore, ma anzi con gioia.
     

    Uno dei principali sostenitori dell’Attachment Parenting è stato William Sears, con la sua guida per comprendere i propri figli e rispondere ai loro bisogni². William Sears individua 7 punti di attaccamento:

    A mother breastfeeding her baby while her daughter holds the baby's head

    1. Legame alla nascita (Birth bonding): le prime ore dopo la nascita sono importanti per favorire un primo attaccamento; tutte le volte che è possibile, in caso di un parto fisiologico, mamma e papà dovrebbero avere la possibilità di tenere il bimbo a contatto pelle contro pelle, per creare un legame iniziale;

    2. Interpretazione del pianto (Belief in the signal value of your baby’s cries): i genitori dovrebbero essere incoraggiati a comprendere, accogliere e interpretare il pianto del proprio bambino, rispondendo quando il neonato piange, perché il pianto è una forma di comunicazione e non un capriccio o un tentativo di manipolazione;
       
    3. Allattamento al seno (Breastfeeding): l’allattamento al seno deve essere incoraggiato e sostenuto da tutti, familiari e ostetriche, aiutando mamma e bambino ad avviare l’allattamento nel modo migliore e più sereno;
       
    4. Indossare il bambino” (Babywearing) : mantenere il contatto con il bambino anche attraverso il gesto del “portare”, con l’uso di marsupio o mei-tai o fascia, è fondamentale nei primi mesi, in modo che il bambino possa godere di un doppio legame con i genitori fisico, oltre che emotivo;
       
    5. Dormire vicino al proprio bambino (Bedding close to baby): è importante, nei primi mesi di vita, tenere il bimbo nella stessa stanza quando si dorme. Si può tenere la culla attaccata al nostro letto, anche per favorire l’allattamento notturno a richiesta, o praticare il cosleeping³;
       
    6. Balance and boundaries: imparare a dire di sì e anche di no ai bambini, senza confondere l’attachment parenting con l’assenza di regole per la vita. Le regole e la disciplina sono comunque importanti per lo sviluppo sereno di ogni individuo – purché non sfocino nell’autoritarismo: come in tutte le cose, occorre equilibrio;
       
    7. Attenzione ai consigli di altri (Beware of baby trainers): i genitori dovrebbero imparare ad assecondare di più il proprio istinto materno/paterno, evitando di sentirsi in colpa o in difetto di fronte ai consigli non richiesti da parenti o conoscenti che li invitano a non viziare i figli, a non coccolarli, ecc….
       

    L’Attachment Parenting insomma, nella sua accezione più pura, incoraggia i genitori a trattare i figli con gentilezza, rispettandone la dignità e opponendosi a ogni forma di autoritarismo.
     

    ¹ Termine usato perla prima volta da John Bowlby, padre della Teoria dell’attaccamento

    ² The Attachment Parenting Book: A Commonsense Guide to Understanding and Nurturing Your Baby

    ³ L’associazione Semi per la SIDS sconsiglia la pratica del cosleeping nelle prime settimane di vita
     

    Attachment Parenting e Metodo Montessori a confronto

    Spesso l’Attachment Parenting viene messo a confronto con Metodo Montessori, due teorie che, presentate talvolta in contrapposizione, non sono affatto in contrasto. Ecco i punti in comune:
     

    • Prepararsi alla nascita e alla genitorialità: l’approccio Montessori si focalizza molto sull’aspetto dell’accoglienza del neonato, insistendo sull’importanza di un parto non medicalizzato (ove possibile), del supporto nel puerperio, della preparazione dell’ambiente, e dell’aiuto alla mamma a stabilire i ritmi e le routine adatte a sé e al neonato, per proteggere il legame tra genitori e bambino subito dopo la nascita;
    • Nutrire con rispetto: che significa prima di tutto promuovere l’allattamento al seno e poi proporre uno svezzamento rispettoso, che tenga conto dei meccanismi di separazione della mamma e dell’acquisizione delle prime autonomie del bambino;
    • Provare empatia: per la Montessori l’empatia verso i bambini è fondamentale, perché indica il rispetto verso i loro bisogni, per comprenderli a fondo e considerarli nella loro interezza, ma anche unicità.
       

    Il dilemma è quello della disciplina, tanto importante per la Montessori, che era una donna di scienza e aveva studiato un metodo didattico e pedagogico strutturato rigidamente. Il concetto di disciplina della Montessori, tuttavia, non si riferisce a una disciplina autoritaria, che viene imposta dall’esterno. La disciplina, per la Montessori, è anzi un naturale stato di sviluppo del bambino, che richiede ordine e metodo per imparare a crescere bene, perché ami obbedire con gioia. E questo avviene quando il bambino è libero di esprimere se stesso (educare alla libertà) e i suoi genitori hanno fiducia in lui e nelle sue capacità.
     

    Non ci può essere vera libertà, senza vera disciplina, riteneva la Montessori. Voi siete d’accordo?
     

    Quello che è certo, è che instaurare un legame profondo con i figli non solo è utile per una crescita armoniosa, ma è anche bellissimo. Teniamoli in braccio, coccoliamoli, tocchiamoli, facciamogli il bagnetto e il massaggio, allattiamoli, rispondiamo ai loro bisogni e accogliamo il loro pianto. Se accogliamo i bisogni dei neonati, e questo enorme bisogno di contatto fisico e mentale, accresceremo l’autostima dei bambini e la fiducia in se stessi, e li aiuteremo a diventare adulti sereni e forti. E a diventare, a loro volta, buoni genitori.
     

    A cura di Barbara Damiano, www.mammafelice.it

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