Secondo le indicazioni dell’OMS, si definisce febbre una temperatura che superi i 37.5, sotto tale valore si tratta di una variazione di temperatura non patologica.
Il modo migliore per misurare la temperatura nei bambini di qualsiasi età (neonato compreso) è la misurazione ascellare con termometro elettronico. In bambini oltre le 4 settimane di vita, in ambiente ospedaliero e ambulatoriale, si raccomanda la misurazione ascellare con termometri digitali o anche la misurazione con termometri a infrarossi timpanici o a distanza linee guisa SIPPS.
La misurazione sublinguale e quella per via rettale sono invece sconsigliate, perché non abbastanza attendibili.
Per decidere come intervenire con il nostro bebè, in caso di febbre, non dobbiamo limitarci a guardare il termometro, ma osservare il suo comportamento generale. Le domande che dobbiamo farci sono: “È molto prostrato? Non riesce a giocare o dormire tranquillo? Se capiamo che il piccolo è sofferente, anche se il termometro non segna temperature elevate, è opportuno somministrare un antipiretico che possa dare sollievo al bambino.
Dopo i 38, 5 di febbre e/o se il bambino appare prostrato o sofferente. Se un bimbo maggiore di un anno ha la febbre alta, ma mangia regolarmente ed è vispo, si può aspettare.
Non sempre è urgente consultare il medico o precipitarsi al Pronto Soccorso appena il termometro segna un rialzo della temperatura. Ecco come bisogna regolarsi:
Le convulsioni febbrili sono motivo di ansia per quasi tutte le mamme. In realtà sono piuttosto comuni fra i bambini e devono preoccupare solo se si presentano in bambini di età superiore a 5 anni.
Purtroppo non si possono prevenire le convulsioni, ma si può intervenire in modo corretto senza panico o allarmismi. Ecco le mosse giuste da fare secondo la SIP (Società Italiana Pediatria):