Quante volte ti sei alzata nel cuore della notte per controllare che il tuo bimbo respirasse? Tranquilla, non sei la sola! Quella relativa al respiro è una delle preoccupazioni più diffuse tra i neo genitori. E proprio per questo, le apnee notturne del neonato spaventano molto chi ha a che fare con un piccolo in fasce, soprattutto alla prima esperienza. Di cosa si tratta? Come vedremo, nella maggior parte dei casi di un fenomeno fisiologico e innocuo. Quando, invece, è il caso di preoccuparsi?
Nei primi mesi, il cervello non ha ancora perfezionato i meccanismi di controllo del respiro: per questo, a volte, il neonato “sospende” la respirazione per qualche secondo quando passa da un ritmo più sostenuto a uno più lento. Il fenomeno dura per pochi attimi e tende a sparire con la crescita: questa è una delle piccole conquiste che il tuo bambino farà nel tempo. Anche il reflusso è molto comune tra i lattanti: in alcuni casi, il rigurgito proveniente dallo stomaco può causare una breve interruzione del respiro, spaventando i genitori e portandoli a controllare ripetutamente il bambino mentre dorme. La cosa da fare è mettere il piccolo in posizione verticale e aiutarlo a fare il ruttino. Una terza casistica di apnea non patologica è quella affettiva: dopo una crisi di pianto, il bimbo può avere difficoltà a riprendere a respirare normalmente, diventando a volte anche rosso. Anche in questo caso, l’episodio dura solo pochi secondi e non deve allarmare particolarmente.
Il ritmo respiratorio del neonato non è sempre regolare: soprattutto nelle fasi di sonno più intenso può capitare che il piccolo trattenga il respiro per qualche secondo, per diverse cause che non devono spaventare:
Esiste una sindrome, detta dell'apnea ostruttiva nel sonno (OSAS), che può avere diversi livelli di gravità e causare sonno disturbato, otiti, fino anche a ritardo nella crescita. In questi casi può essere necessario fissare una visita dall’otorinolaringoiatra per valutare il da farsi. Anche se un eventuale intervento (come rimozione di tonsille o adenoidi) sarà possibile solo più avanti nel tempo, a partire dai 3 anni, il monitoraggio da parte degli esperti permette di vivere con più serenità questo disturbo.
Ci sono anche, ovviamente, casi in cui invece i genitori fanno bene ad interpellare il pediatra: se, oltre all'apnea, notano nel neonato ipotonia (riduzione del tono muscolare), un colorito particolarmente pallido o una scarsa risposta agli stimoli.
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