I primi passi del proprio bambino sono una delle emozioni più forti per i neo genitori... e da quel momento in poi, nessuno lo ferma più! Ma quando inizia a camminare un bambino? Ovviamente, come per tante altre conquiste del tuo piccolo, non devi dimenticare che ognuno ha i suoi tempi, e che non esiste una tabella di marcia unica per tutti. Esistono, questo sì, delle tempistiche di massima entro cui il bimbo dovrebbe sviluppare il movimento autonomo e cominciare ad esplorare il mondo sui suoi piedini... vediamo quali sono!
Quando un bambino nasce, si affida in tutto e per tutto ai genitori, anche per il movimento. Nel momento in cui il suo corpicino inizia a svilupparsi e a coordinare i movimenti, il piccolo scopre che per muoversi ed esplorare l’ambiente circostante non ha necessariamente bisogno dei genitori (che fino a quel momento ha “diretto” con gesti e indicazioni chiare mentre è in braccio). Dalla posizione seduta, normalmente impara a gattonare, poi a stare in piedi reggendosi a sostegni, e finalmente a “mollare l’ancora” e a camminare in autonomia.
Quando avvengono questi passaggi? Come dicevamo, è sbagliato voler individuare delle tappe troppo rigide. Come per le prime parole, ci sono bambini particolarmente precoci e altri che invece arrivano anche ai 3 anni senza pronunciare una parola di senso compiuto (magari perché riescono a farsi capire benissimo in altri modi!). In generale, però, per quanto riguarda il movimento autonomo si nota che camminare da solo è una conquista che avviene normalmente tra i 10 e i 18 mesi, più frequentemente intorno ai 12 mesi. Senza eccedere in allarmismi, può essere il caso di interpellare il pediatra se il bimbo non ha raggiunto questa tappa a 18 mesi compiuti.
Ci sono dei piccoli accorgimenti che i genitori possono mettere in atto per stimolare l’autonomia del bimbo: per esempio, posizionare oggetti in luoghi alti e fuori dalla sua portata abituale, chiamarlo e chiedere di raggiungerli, lasciarlo scalzo almeno in casa (ideale per il corretto sviluppo dei muscoli dei piedi). O ancora, lodarlo per i risultati raggiunti: ogni miglioramento deve essere adeguatamente celebrato!
Come per tante altre questioni riguardanti il bambino, positività, pazienza e giusta stimolazione siano le parole chiave: accompagnalo anche in questa avventura senza fretta e con dolcezza, vedrai che al momento giusto i suoi primi passi ti riempiranno di felicità!
Attenzione, insistere troppo perché il bimbo cammini può essere controproducente. È bene che i genitori non si mostrino troppo preoccupati per un eventuale “ritardo” e che non riversino sul bambino la loro apprensione. Altra cosa da evitare assolutamente è l’utilizzo del girello: gli esperti sono ormai concordi nel ritenere che questo strumento, un tempo irrinunciabile, interferisca con il corretto sviluppo degli arti inferiori.
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