IL Future Health Index è uno studio globale per analizzare percezioni, esigenze e comportamenti di pazienti e professionisti sanitari. Emerge chiara una sfida per il sistema: la Connected Care quale opportunità concreta per la sanità del futuro fatta di innovazione al servizio di una cura senza interruzioni e senza barriere.
Anche quest’anno abbiamo il piacere di condividere le evidenze emerse dal Future Health Index, un’indagine condotta da Philips a livello globale per indagare le sfide e le opportunità per la sanità del futuro.
Lo studio 2017 ha coinvolto sia i cittadini come possibili “consumatori della sanità”, sia i professinisti sanitari.
Numero di interviste in italia:
I risultati raccontano di un paese complessivamente in buona salute e particolarmente aperto e propenso ad accogliere la rivoluzione digitale della sanità, ma altrettanto consapevole che il sistema non sia ancora pronto a rispondere alle esigenze di pazienti e professionisti sempre più competenti ed esigenti. La sfida principale del sistema sanitario di oggi è quella di favorire l’accesso e garantire risultati clinici ottimali, migliorando l’esperienza di paziente e medico e, a allo stesso tempo, riducendo i costi. Molto è già stato fatto in questa direzione, ma i margini di miglioramento sono ancora ampi.
È tempo di pensare a nuovi modelli di business basati sulle cure connesse che consentano al sistema di fare efficienza e di garantire accessibilità. È tempo di semplificare i processi per migliorare la produttività e fornire un’assistenza senza interruzioni, senza barriere, in grado di connettere persone, dati e tecnologia intorno al paziente dall’ospedale fino a casa, attraverso il continuum of care.”
Stefano Folli,
Presidente e CEO Philips Italia, Israele e Grecia
Il Future Health Index
La percezione dei pazienti e dei professionisti sanitari in termini di accesso attraverso il continuum of care, integrazione del sistema sanitario e adozione di Connected Care colloca l’Italia in una posizione di coda rispetto agli altri paesi europei. Il sistema italiano è quindi percepito nel suo complesso come meno pronto degli altri. Rispetto al benchmark, l’Italia risulta allineata alla Germania, ma rimane indietro rispetto a Francia, Olanda, Svezia e Spagna. Gli italiani emergono come il popolo più realista: il gap tra percezione e realtà è il più basso in classifica. A fare da contraltare i paesi più “ottimisti” che risultano dunque avere una percezione più positiva rispetto al benchmark: l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi, seguiti da Cina e Australia. Francia, Olanda, Svezia e Singapore emergono invece sul fronte dei “pessimisti” con una percezione nettamente inferiore al benchmark.
Alta adozione tra i professionisti sanitari: il 66% ha utilizzato il connected care:
Ci sono pionieri anche tra i cittadini: il 29% ha utilizzato il connected care:
È alta l’adozione della Connected Care tra i professionisti sanitari, ma ci sono dei pionieri anche tra i cittadini. Nonostante infatti l’utilizzo della Connected Care sia ancora ristretto a circa un terzo della popolazione generale, un maggior utilizzo si riscontra tra i giovani, tra i maschi, tra coloro che hanno un reddito più elevato e tra chi soffre di una patologia. E se la conoscenza è ancora limitata (9% del campione intervistato), la Connected Care risulta essere un driver determinante per i cittadini per una maggiore soddisfazione nella fruizione dei servizi sanitari. Il cittadino-paziente con maggiore conoscenza, infatti, percepisce di avere una maggior ownership delle proprie informazioni sanitarie, sente di avere un migliore accesso alla prevenzione e ha maggior fiducia nel sistema sanitario nel suo complesso.
I cittadini si aspettano benefici soprattutto nell’area della diagnosi, che potrebbe diventare grazie alla Connected Care più veloce e precisa e consentirebbe, inoltre, di individuare in anticipo situazioni di emergenza. I professionisti sanitari credono che il fulcro dei benedici risiedano nell’assistenza domiciliare e nel trattamento: si aspettano infatti di poter meglio gestire le problematiche mediche di lungo termine e di poter prendere decisioni migliori relative ai trattamenti, oltre che migliorare l’accesso.
Il sistema si muove lentamente e non soddisfa le aspettative di professionisti e pazienti: solo 1 cittadino su 3 dichiara infatti di vedere i propri bisogni soddisfatti. Anche l’accesso alla sanità non è ritenuto sufficiente: le risorse mediche per le cure a domicilio rappresentano l’area in cui si registra la minore percezione di accesso, sia per cittadini che per professionisti. L’integrazione del sistema è chiave e rappresenta un traguardo fondamentale, soprattutto per i professionisti che percepiscono dall’interno una distanza ancora lunga rispetto ai livelli di integrazione auspicati.
Professionisti sanitari: 65%
Cittadini: 51%
La quasi totalità degli intervistati rivela una forte attesa rispetto alla Connected Care: professionisti (100%) e cittadini (93%) sono pronti ad abbracciare la rivoluzione digitale, certi che porterà dei vantaggi concreti al loro modo di vivere la salute. Ora spetta al sistema sanitario fare la propria parte. In Philips, stiamo lavorando da tempo insieme alle istituzioni, ai professionisti e ai partner che come noi sono costantemente impegnati nella ricerca di strumenti e soluzioni integrati, digitali e connessi. Solo così potremo aprire la strada a un’innovazione concreta, totale e sostenibile in grado di supportare il sistema sanitario e traghettare il nostro Paese verso la sanità del futuro. A partire da oggi.
Numero di interviste in italia:
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