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Sanità sotto pressione: per un medico su due l’intelligenza artificiale può fare la differenza

Secondo i medici l’intelligenza artificiale può aiutare a contrastare la forte pressione sui sistemi sanitari, a partire dalle lunghe liste d’attesa. In media, a livello globale, i pazienti aspettano oltre 70 giorni per effettuare visite specialistiche ed esami. L’adozione dell’AI potrebbe invece ridurre il tempo d’attesa e migliorare il percorso di cura dei pazienti. Queste le considerazioni emerse dalla nuova edizione del Future Health Index, lo studio promosso da Royal Philips sui principali trend del settore

mag 30, 2025 | 3 minuti

Milano, 30 maggio 2025 – L’intelligenza artificiale (IA) è ormai una priorità per il settore sanitario. Il 46% dei professionisti sanitari teme che non adottarla significhi perdere l’opportunità di effettuare diagnosi e interventi precoci; un altro 46% la considera una soluzione al burnout causato da compiti amministrativi; mentre il 42% è preoccupato per l'aumento delle visite arretrate. 

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È il quadro che emerge dal decimo rapporto annuale Future Health Index di Royal Philips [1], leader mondiale nell’health technology, che ha raccolto le testimonianze di oltre 2.000 professionisti sanitari e pazienti a livello globale per rilevare i principali trend attuali e futuri del settore [2].


Uno scenario comune anche all’Italia dove i ritardi nelle visite rappresentano un problema di grande rilievo: secondo il Rapporto annuale 2025 dell’Istituto nazionale di statistica-ISTAT, nel 2024 un italiano su dieci – pari a quasi 6 milioni di persone – ha rinunciato a visite o esami specialistici a causa delle lunghe liste di attesa, con un aumento del 2,4% rispetto all’anno precedente [3]. Questi diffusi ritardi hanno conseguenze sulla salute dei pazienti.


A livello globale, come emerge dal Future Health Index 2025, i pazienti attendono quasi due mesi o più per avere un consulto specialistico. La conseguenza è che nel 33% dei casi le condizioni di salute sono peggiorate e un paziente su quattro è finito in ospedale. Inoltre, il 31% dei pazienti con patologie cardiovascolari è stato ospedalizzato prima ancora di vedere uno specialista.


Oggi le soluzioni di intelligenza artificiale aiutano a ridurre sia i tempi di un esame diagnostico – 3x faster imaging speed nella risonanza magnetica – sia il processo di refertazione a supporto dei clinici, contribuendo ad abbattere le liste d’attesa.


“I recenti dati Istat ci dicono che un italiano su dieci ha rinunciato a visite o esami a causa delle lunghe liste d’attesa. Un problema che non riguarda solo il nostro Paese, come emerge dallo studio promosso da Philips”, ha dichiarato Andrea Celli, managing director Philips Italia, Israele e Grecia. “Senza un'azione urgente e di fronte alla carenza prevista nel mondo di undici milioni di operatori sanitari entro il 2030, milioni di persone potrebbero non ricevere cure tempestive. Mentre i sistemi sanitari affrontano pressioni crescenti, l'intelligenza artificiale sta rapidamente emergendo come un potente alleato sia per ridurre i tempi di un esame diagnostico, sia per rendere più efficiente il lavoro dei clinici e i percorsi di cura. È tempo di cogliere le enormi opportunità che la tecnologia e l’IA ci offrono, continuando a investire in innovazione. Perché la salute è un diritto di tutti e va preservato”.


“Per realizzare appieno il potenziale dell'intelligenza artificiale, è necessario che i quadri normativi evolvano, trovando un equilibrio tra rapida innovazione e solide garanzie, per garantire la sicurezza dei pazienti e favorire la fiducia tra i professionisti”, sostiene Shez Partovi, chief innovation officer di Philips. “Entro il 2030, l'intelligenza artificiale potrebbe trasformare l'assistenza sanitaria automatizzando le mansioni amministrative e potenzialmente raddoppiando la capacità di assistere i pazienti ai pazienti il numero di pazienti. I tutto mentre agenti AI assistono, apprendono e si adattano insieme agli operatori sanitari. Per questo motivo, è fondamentale progettare l'IA mettendo le persone al centro: sviluppandola in collaborazione con i clinici e garantire sicurezza, equità e rappresentatività, per guadagnare fiducia e apportare un impatto reale nella cura dei pazienti”.

Philips Future Health Index 2025

 

Secondo i professionisti sanitari interpellati, l’intelligenza artificiale può essere la chiave per innovare l’assistenza sanitaria, con un impatto positivo sui pazienti. Il 78% ritiene infatti che grazie all’AI sia possibile aumentare la capacità di gestire più persone, ridurre i tempi di attesa (per il 76% del campione) e gestire al meglio il triage (77%). L’AI consentirebbe, inoltre, di automatizzare compiti ripetitivi (per 84% degli intervistati) oltre a permettere una migliore gestione dei dati e dei flussi di lavoro che saturano i sistemi sanitari di tutto il mondo. Il 34% degli operatori sanitari, infatti, dichiara di perdere in media quattro settimane all’anno, in termini di tempo da dedicare ad attività cliniche, a causa di dati del paziente incompleti o inaccessibili.

 

Tuttavia, dall’indagine è emerso anche come la mancanza di fiducia in queste nuove tecnologie rischi di rallentarne i progressi, proprio nel momento in cui l’innovazione è necessaria.


Sebbene i professionisti sanitari siano generalmente ottimisti (il 79%) sui benefici dell’AI, lo studio ha evidenziato che solo poco più della metà dei pazienti (il 59%) ha fiducia nell’intelligenza artificiale. La principale preoccupazione è che un uso pervasivo delle tecnologie digitali possa rendere l’assistenza sanitaria meno personale, con meno occasioni di interagire di persona con il personale medico.


In generale, i pazienti vogliono che l'intelligenza artificiale funzioni in modo sicuro ed efficace, riducendo gli errori, migliorando i risultati, consentendo cure più personalizzate e con un approccio più umano. Mentre l'intelligenza artificiale rimodella l'assistenza sanitaria, costruire la fiducia è essenziale per fornire innovazioni salvavita più rapidamente e su larga scala.

Sources

 

[1] Per ulteriori informazioni o per scaricare il rapporto globale completo Future Health Index 2025, è possibile consultare il seguente link: www.philips.com/futurehealthindex-2025

[2] In particolare, gli esperti e i pazienti coinvolti nello studio provengono da Arabia Saudita, Australia, Brasile, Canada, Cina, Corea del Sud, Francia, Germania, Giappone, India, Indonesia, Olanda, Regno Unito, Spagna, Stati Uniti e Sudafrica.

[3] È possibile consultare il Rapporto ISTAT al seguente link: https://www.istat.it/produzione-editoriale/rapporto-annuale-2025-la-situazione-del-paese-il-volume/

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Anna Elena Bellini-Communications Manager-Philips Italia, Israele e Grecia
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