2. Lo stato della Connected Care
La value-based healthcare rappresenta un nuovo approccio strategico al miglioramento dei sistemi sanitari e per poter funzionare deve essere quantificato: per questo è fondamentale avvalersi di modelli informatici capaci di monitorare sistematicamente costi e risultati. La Connected Care lavora in questo senso e rappresenta oggi più che mai la soluzione più sostenibile ed efficiente per integrare l’hardware (database e dispositivi), il software (strumenti di analisi), i servizi e le norme sull’accesso ai dati per permettere ai diversi attori del sistema sanitario di essere sempre connessi e condividere le informazioni.
Philips gode in questo contesto di un osservatorio privilegiato perché vanta nel Paese una considerevole presenza di installato. Questo è importante perché da sole queste macchine costituiscono una rete che si dirama su tutto il territorio, una rete di dati, di informazioni, di tecnologia predittiva e correttiva, che può essere controllata da remoto, su cui si appoggiano dei sistemi informativi. Fare leva su questo patrimonio di dati, insight ed expertise è il primo passo per supportare le strutture ospedaliere nell’adozione di una Connected Care reale e concreta, in grado di fare da ponte verso una sanità basata sul valore.
E se in Italia gli intervistati palesano ancora una scarsa conoscenza delle nuove tecnologie, tuttavia ne riconoscono l’importanza e si dicono pronti a adottarla, certi che porterà dei vantaggi concreti al loro modo di vivere la salute lungo tutto il continuum of care.
La raccolta dei dati clinici è già avviata nel nostro Paese10 grazie all’introduzione della Cartella Clinica Elettronica (CCE)11. Tuttavia l’Italia risulta sotto la media globale per gli investimenti sullo sviluppo della CCE e sui dispositivi wearable per la salute con un punteggio di 22,97, oltre 5 punti sotto la media. Basso il dato di adozione sia negli ospedali, con una spesa per letto intorno ai 1.800 $ contro una media di quasi 2.500 $12, sia nel contesto ambulatoriale, con una spesa pro capite di 3,61 $ rispetto ai 4,67 $[3]. Inoltre, solo un terzo dei medici di medicina generale dichiara di aver utilizzato la CCE13. Il punteggio dell'Italia in termini di della media globale di dispositivi wearable (0,03 utenti rispetto a 0,04 in media)14. Gli ostacoli principali sono legati alla privacy dei dati e alla lacune dell'infrastruttura tecnologica italiana che potrebbero giocare un ruolo preponderante nei più bassi livelli di adozione: il 41%15 della popolazione in Italia afferma, infatti, di non fidarsi del fatto che un’azienda entri in possesso dei propri dati personali; in Italia si rileva, inoltre, il più basso tasso di penetrazione di Internet rispetto alla media globale: 61% vs 74%16.
L’analisi dei dati clinici è ancora difficoltosa in Italia (sotto la media 34 vs 38,39). Esistono differenze significative tra gli investimenti nell’analisi dei dati per la diagnosi iniziale e in quelli per la pianificazione del percorso terapeutico: i primi sono in linea con la media globale (0,06 $ pro capite), mentre i secondi sono inferiori (0,02 vs 0,03 $)17. Eppure l’impiego della intelligenza artificiale (AI) rappresenta per il nostro Paese una sfida e un’opportunità concreta che gli intervistati già intravedono.
Infine, per quanto riguarda l’erogazione dei servizi di cura, l’Italia è decisamente sotto la media con un dato complessivo che si attesta sui 14,69 a fronte del 22,41 della media dei 16 paesi. Un punteggio penalizzante, frenato da investimenti ancora troppo bassi in telemedicina e nella diagnostica per immagini. Nonostante l'Italia abbia un tasso di adozione pro capite superiore alla media di applicazioni pay-to-use per il monitoraggio remoto dei pazienti (0,0028 vs 0,0023 pro capite)18, lo stato attuale dell’assistenza sanitaria è potenzialmente limitato dalla mancanza di unità e di personale dedicati alla telemedicina sia in ambito ospedaliero, che ambulatoriale che domiciliare19.
Ma soprattutto mancano i processi in grado di definire e regolamentare i flussi di lavoro nel contesto della teleassistenza, sia hospital-to-home che tra gli ospedali stessi. Eloquente il dato riportato dal Politecnico di Milano: seppur, infatti, si stima che nel 2017 le strutture sanitarie italiane abbiano investito circa 24 milioni di euro in questo ambito (in aumento rispetto ai 20 milioni dello scorso anno), solo il 38% dei Direttori delle aziende sanitarie italiane reputa la Telemedicina un ambito molto rilevante.20 Anche, quando si tratta di imaging, l'Italia scende al di sotto della media in diverse aree tra cui PET, SPECT, MRI, TC e raggi x21, registrando uno score di 12,05 contro un dato medio che si attesta sul 19,31.
Per approfondire il Philips Future Health Index 2018 clicca qui: www.philips.it/fhi2018.
1 I paesi coinvolti nello studio sono: Arabia Saudita, Australia, Brasile, Cina, Francia, Germania, India, Italia, Paesi Bassi, Russia, Singapore, Spagna, Stati Uniti, Sud Africa, Svezia e UK.
2 Nel 2016 il Future Health Index misurava attitudini e percezioni dei cittadini rispetto al grado di prontezza ad accogliere la Connected Care. Lo scorso anno, nella seconda edizione, lo studio ha aggiunto alla popolazione la componente dei professionisti sanitari, confrontando il loro percepito con dati terzi e restituendo una fotografia inequivocabile: entrambi si dichiaravano, infatti, pronti ad abbracciare la rivoluzione digitale, mentre il sistema sanitario si dimostrava lento a rispondere alle loro esigenze.
3 La value-based healthcare è la strategia che intende definire nuovi modelli sanitari basati sul valore con l’obiettivo di migliorare gli esiti di salute dei pazienti, contenendo costi e risorse.
4 Le terzi parti considerate sono: l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la Banca Mondiale, l’International Data Corporation, l’Osservatorio Innovazione Digitale in sanità 2018[1] World Bank 2014
5 World Bank 2014
6 World Heart Organization 2013-2016
7 World Health Organization 2009-2015 Global health Observatory Data Repository
8 WHO 2015-2016
9 World Bank 2014
10 The Commonwealth Fund 2010-2015 e WHO 2010-2015
11 Grand View Market Research 2016 Medication Management Market Report
12 Ibid
13 Statista Italy: level of usage of the Electronic Health Record in 2017
14 Future Health Index 2017
15 Ibid
16 World Bank 2017
17 Future Health Index 2017
18 Statista 2014
19 Grand View Research 2016 Remote Patient Monitoring Devices Report
20 Osservatorio innovazione Digitale in Sanità 2018
21 Grand View Market Research 2016Medical Imaging Market