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giu 30, 2021

Uno sguardo sul mondo: come la collaborazione virtuale può migliorare l'accesso alle cure in tutto il mondo

Tempo di lettura 10-12 minuti

L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha stimato che due terzi della popolazione mondiale non ha accesso a sistemi di base di imaging, determinando ritardi evitabili e talvolta fatali nella diagnosi e nel trattamento [1]. E se potessimo colmare queste lacune nei trattamenti con metodi virtuali?



Ogni giorno, più di 800 donne nel mondo muoiono per complicazioni durante la gravidanza e il parto. La maggior parte di questi decessi si verificano in paesi a basso e medio reddito, ma i tassi di mortalità materna nelle nazioni sviluppate come gli Stati Uniti raccontano una storia altrettanto triste, dove le donne delle zone rurali sono colpite in modo sproporzionato [2,3]. Molti di questi decessi avrebbero potuto essere evitati se solo queste donne avessero avuto accesso a controlli ecografici di routine in grado di evidenziare tempestivamente eventuali complicazioni [4].

 

E questo non è l’unico esempio.

Avere accesso a tecnologie di imaging, che si tratti di un'ecografia di base o di un esame a raggi X, o di modalità più avanzate come TAC e risonanza magnetica, può fare la differenza tra la vita e la morte. Basti considerare il numero estremamente rilevante di vite salvate solo tramite esami mammografici di routine e screening dei polmoni.

 

Eppure attualmente due terzi della popolazione mondiale non ha accesso nemmeno a tecnologie di imaging. Anche in quelle regioni dove la tecnologia è disponibile, quello che spesso manca sono mani sufficientemente esperte per farla funzionare e occhi in grado di interpretare i risultati. Inoltre, i pazienti spesso si scoraggiano di fronte a viaggi lunghi e costosi da affrontare verso le strutture sanitarie più vicine, e i problemi di sicurezza legati al COVID-19 hanno posto ulteriori barriere. Ne conseguono che test, diagnosi e trattamenti siano ritardati, con un aumento dei costi a valle per i sistemi sanitari e un maggior rischio di esiti avversi per i pazienti.

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Ma non deve per forza andare in questo modo.

 

Si profila all’orizzonte una nuova speranza per quei pazienti che vivono in comunità più isolate e poco servite e per i fornitori di servizi sanitari impegnati nel dare loro assistenza. Ora è possibile prestare cure migliori ai pazienti, grazie alla collaborazione virtuale che supporta il personale locale a distanza. Ed ecco come funziona.

L'istruzione a distanza garantisce di offrire cure avanzate alle comunità locali

 

L'OMS raccomanda che ogni donna in gravidanza si sottoponga ad almeno un'ecografia, preferibilmente nelle prime 24 settimane, per stimare con precisione l'età gestazionale, rilevare eventuali anomalie fetali e migliorare l'esperienza complessiva della gravidanza. Nelle vaste aree rurali del Kenya, però, dove scarseggiano gli specialisti ecografisti, le donne incinte spesso devono viaggiare per molte ore fino all'ospedale più vicino, quindi la possibilità di seguire queste raccomandazioni è ancora lontana dalla realtà.

 

Per questo motivo Philips Foundation, insieme ai medici locali nostri partner e ai relativi Ministeri della Sanità, si sta impegnando a consegnare ecografi portatili nelle mani di ostetriche formate che operano presso strutture di assistenza primaria, facendo da tramite al contempo con medici esperti che lavorano negli ospedali dei centri urbani. Grazie a una combinazione di formazione in presenza, istruzione a distanza e collaborazione video in tempo reale, le ostetriche possono acquisire competenze e fiducia, che consentiranno loro di eseguire da sole lo screening ostetrico di base di routine. Tutto ciò permetterà di fornire una migliore assistenza e di identificare le donne ad alto rischio ai fini di un trattamento tempestivo in un centro sanitario appropriato, dando a quelle donne maggiori possibilità di mettere al mondo un bambino sano.

 

La collaborazione virtuale non finisce qui. Questo fa parte di un ecosistema digitale completo di cure connesse, in cui tutti i dati più importanti del paziente, tra cui i test di laboratorio e i dati ecografici, possono essere condivisi per fornire diagnosi e monitoraggio a distanza.

 

Un ecosistema di assistenza materna digitalmente integrato consente a medici, ostetriche e operatori sanitari della comunità di condividere i dati dei pazienti e di consultarsi virtualmente allo scopo di formulare una diagnosi precisa, a distanza.

Tramite una semplice applicazione mobile, le ostetriche possono creare un profilo sanitario delle donne in stato di gravidanza con i dati raccolti dagli esami fisici presso le strutture di assistenza primaria o anche a casa della futura mamma. Da questi dati viene generato un punteggio di rischio, che può aiutare gli operatori nell’identificare quelle donne che hanno bisogno di cure aggiuntive. Oltre a questo, le mamme in attesa possono partecipare attivamente alla propria cura attraverso un'applicazione educativa che fornisce consigli relativi alla gravidanza. L'APP permette anche di tenere traccia di dati come la conta dei calci del bambino, i sintomi della gravidanza e l'uso dei farmaci, e di condividere poi questi dati con gli assistenti sanitari al fine di delineare un quadro ancora più completo.

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Con questo modello basato sul cloud, ostetrici e ginecologi sono in grado di tenere sotto controllo i pazienti da qualsiasi luogo.

 

Philips Foundation ha sperimentato questo approccio con l'Amref Health Africa's Amref International University in Kenya e attualmente collabora con l'Aga Khan University Centre of Excellence in Women and Child Health per valutarne in modo più sistematico l’impatto sui risultati clinici. Le prime esperienze sono molto incoraggianti e dimostrano come le ostetriche formate nelle strutture di assistenza primaria, con il giusto supporto remoto, possano svolgere un ruolo importante nel rilevamento precoce, nella diagnosi e nel follow-up della gravidanza e delle complicazioni ad essa legate. A ulteriore vantaggio, poiché tutti i dati dei pazienti sono condivisi in modo digitale, l’utilizzo di carta viene ridotto al minimo, e di conseguenza l’approccio si rivela anche più ecologico. Rappresenta per tutti un beneficio.

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Le ostetriche presenti nelle cliniche delle zone rurali del Kenya potranno ora eseguire esami ecografici di base alle donne in gravidanza e condividere i dati in remoto tramite una collaborazione virtuale (Foto: Amref Health Africa)

 

Quello che è più entusiasmante di questo tipo di modello di formazione a distanza è che non è un rimedio temporaneo. Consente di aumentare i livelli di conoscenza e capacità degli operatori locali, aiutando a migliorare l'accesso alle cure in modo duraturo e sostenibile, proprio dove è necessario, nel cuore delle comunità.

 

Con lo stesso spirito, Philips Foundation ha fornito ai medici di medicina d'urgenza degli ospedali statunitensi una piattaforma per formare i loro colleghi in Perù nell'uso degli ecografi point-of-care (POCUS), partecipando a una collaborazione virtuale dal vivo. I medici peruviani formati con questo sistema sono diventati punti di riferimento nel Paese, che mettono a disposizione le competenze acquisite, al di là della loro pratica, aiutando i colleghi con training dedicati. Durante la pandemia, questi medici hanno assunto un ruolo di primo piano nell'uso del POCUS, sostenendo la diagnosi e fornendo una guida al trattamento dei pazienti COVID-19.

 

Guarda il video qui di seguito per avere maggiori informazioni sulle nostre collaborazioni a livello globale:   

YouTube Acces to Care

I tele-ecografi arrivano fino a casa dei pazienti

 

In nazioni come gli Stati Uniti, le tecnologie di imaging sono sicuramente diffuse, ma la loro distribuzione non è così capillare attraverso tutto il territorio e vi è grande disomogeneità tra zone urbane e rurali. Il problema è poi destinato a peggiorare. Per esempio, nell'ambito dell’assistenza materna, si stima che la carenza di ostetrici, ginecologi e specialisti di medicina materno fetale (MFM) altamente qualificati negli Stati Uniti aumenterà di oltre tre volte tra il 2020 e il 2050, con carenze sempre maggiori nelle aree rurali. Attualmente, più di 1 donna su 10 che abita nelle zone rurali degli Stati Uniti deve guidare per 100 km o più per avere accesso ai servizi ostetrici [3].

 

Anche in questo caso, i sistemi di collaborazione virtuale possono essere parte della soluzione. Tramite una piattaforma di collaborazione dal vivo integrata in un sistema ecografico, un ecografista esperto in un ospedale cittadino può assistere a distanza la sua controparte locale con l’esame ecografico, mentre uno specialista MFM può utilizzare la stessa piattaforma per discutere lo stato medico della paziente. Non avrà più importanza se la paziente è seduta nella stanza accanto o si trova in una clinica all'altro capo dello stato. In pratica si può dire che lo specialista materno fetale sarà sempre vicino.

Virtual training

La forza di questo approccio è che può rendere l'assistenza specializzata più accessibile e a costi inferiori, migliorando allo stesso tempo la a qualità delle cure e riducendo i rischi di sicurezza, soprattutto in un’epoca come quella attuale segnata dal COVID-19. I pazienti potranno ottenere la rassicurazione immediata di un medico esperto, senza dover aspettare 1-2 settimane, risparmiando stress e ansia.

 

In futuro, si potrà anche immaginare un infermiere che esegue un esame ecografico di routine a casa o in un ambulatorio locale, utilizzando la tipologia di dispositivo portatile già esistente, aiutata dalla guida di un ecografista esperto collegato virtualmente e dai dati estratti ed elaborati dal sistema. Nell'era post-COVID-19, dove i pazienti desiderano avere accesso alle cure comodamente, vicino a casa, tutto ciò aprirà percorsi completamente nuovi per la diagnosi e il trattamento.

 

I collegamenti virtuali non aumenteranno solo l’utilizzo degli ecografi. Anche per altri sistemi di imaging, in cui esistono carenze simili di personale specializzato, la virtualizzazione aiuterà a distribuire le competenze in modo più uniforme e quindi a migliorare l'accesso alle cure.

La radiologia virtuale rende le tecniche di imaging specializzato più accessibili

 

A differenza degli ecografi portatili, non è possibile portare a casa delle persone apparecchiature di risonanza del peso di 7 tonnellate. Quello che è possibile fare, tuttavia, è collegare virtualmente gli esperti di imaging in un hub centrale, ovvero come il nostro Radiology Operations Command Center, con i tecnici radiologi che operano nei centri locali.

 

Questo modello organizzativo di tipo hub and spoke basato sul cloud consente la collaborazione in tempo reale e il supporto attento da parte di medici specializzati ai loro colleghi meno esperti o che si trovano in località isolate, con il paziente all’interno dello scanner. Questo aiuta a standardizzare la qualità delle immagini e può rendere le tecnologie di imaging avanzato, come risonanza magnetica e TAC, accessibili in più siti, più vicini alle case dei pazienti, in orari più flessibili. In futuro, questi centri di comando potrebbero operare oltre i confini del paese, per supportare gli esami di imaging ovunque e in qualsiasi momento sia necessario.

ROCC

Allo stesso modo, quando si tratta dell'interpretazione diagnostica delle immagini, i servizi a distanza saranno fondamentali per raggiungere le comunità meno servite. Negli ultimi mesi, la tele-radiologia ha dimostrato di essere particolarmente preziosa per smaltire gli screening in arretrato del cancro al seno, che sono stati in gran parte posticipati durante i momenti più difficili della pandemia [5]. Specialmente in aree geograficamente remote, dove i radiologi con specializzazione ecografica scarseggiano, avere accesso da remoto a professionisti dedicati all’imaging femminile può fare un'enorme differenza, fornendo alle donne i risultati mammografici in modo più rapido e preciso. Ben sappiamo che questi temi sono fondamentali: prima viene scoperto un cancro, meglio è per i pazienti, gli operatori e i sistemi sanitari.

 

Un futuro di salute per tutti

Naturalmente, quando si tratta di una sfida così complessa come il miglioramento dell'accesso alle cure, la tecnologia non è una risposta in sé e per sé. Se c'è qualcosa che abbiamo imparato è che costruire forti partnership locali e sviluppare nuovi modelli di business è altrettanto importante. Ciò che è entusiasmante nelle tecnologie di imaging virtualizzate è che, insieme, è possibile immaginare i sistemi di cura in modo del tutto nuovo, con diffusione delle conoscenze e integrazione delle informazioni attraverso diversi ambienti che pongono al centro il paziente.

 

La nostra speranza è che ogni paziente abbia accesso al livello appropriato di cura, che viva vicino a strutture sanitarie o in luoghi isolati. Non abbiamo ancora raggiunto questo risultato. Ma abbiamo già fatto grandi passi nella giusta direzione. Infatti, le distanze fisiche non saranno più un grande impedimento e questo rende certamente la prospettiva della salute per tutti un po' più vicina.

 

Bibliografia

[1] Morris, M.A., Saboury, B. (2019). Access to Imaging Technology in Global Health. In: Radiology in Global Health, 15-33.

https://link.springer.com/chapter/10.1007/978-3-319-98485-8_3

 

[2] World Health Organization (2019). Maternal mortality: key facts. https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/maternal-mortality

 

[3] Center for Medicare & Medicaid Services (CMS) (2019). Improving Access to Maternal Health Care in Rural Communities. https://www.cms.gov/About-CMS/Agency-Information/OMH/equity-initiatives/rural-health/09032019-Maternal-Health-Care-in-Rural-Communities.pdf

 

[4] Dagnan, N.S., Traoré, Y., Diaby, B., Coulibaly, D., Ekra, K.D., Zengbe-Acray, P. (2013). The use of ultrasound to reduce maternal and neonatal mortality in a primary care facility in Ivory Coast. Sante Publique, 25(1):95-100. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/23705340/

 

[5] Naidich J.J., Boltyenkov A., Wang J.J., Chusid J., Hughes D., Sanelli P.C. (2020). Impact of the Coronavirus Disease 2019 (COVID-19) Pandemic on Imaging Case Volumes. J Am Coll Radiol, 17(7):865-872. https://doi.org/10.1016/j.jacr.2020.05.004

 

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