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BARBE E BAFFI NELL'EPOCA ANTICA

Da sempre la barba ha avuto, oltre che un'ovvia valenza estetica, un profondo valore di tipo sociale.

Nell'antichità infatti la barba, così come il taglio di capelli o l'abbigliamento, erano fondamentali per comprendere la condizione di chi la portava. Una tra le barbe più celebri di cui possiamo ancora godere è quella che impreziosiva i volti dei Faraoni d'Egitto.Splendido esempio è la maschera d'oro che raffigura Tutankhamon, il sovrano bambino.

Anch'egli infatti, morto non ancora ventenne, venne già rappresentato con la barba divina richiamo di quella del dio Osiride.

Nell'antico Egitto le barbe intrecciate erano riservate ai morti per prepararli al meglio nel viaggio verso l'aldilà mentre la barba liscia era ad appannaggio dei vivi.

Un aneddoto molto divertente riguarda invece un'altra maschera d'oro altrettanto celebre: quella di Agamennone. La presunta falsità di questo reperto passa infatti secondo molti dai suoi baffi. Non sono infatti in pochi a sostenere che il reperto non sia altro che un falso ottocentesco voluto da Schliemann dopo aver scavato le tombe della città.

Osservando i baffi del re di Micene si nota chiaramente come questi siano arricciati verso l'altro secondo una moda in vigore nel XIX secolo, negli anni quindi in cui la città venne scoperta.


Falso o non falso bisogna dire che in Grecia valeva veramente il motto del "a ciascuno la sua barba" per indicare quella che era la condizione di chi la portava. Nella statuaria infatti gli atleti erano sempre rappresentati con il volto perfettamente liscio e rasato per enfatizzare la perfezione del corpo in tutte le sue parti (es. Apoxyòmenos di Lisippo di Sicione), i filosofi con una folta barba divina (Socrate, Sofocle, Aristotele..), i soldati invece erano soliti portare una barba di tipo caprino molto allungata sul mento come riscontrabile nelle pitture del cratere di Eufronio.