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SUL RING SENZA BARBA: IL REGOLAMENTO DEL PUGILATO VIETA AI PUGILI DI TENERE LA BARBA

Vi siete mai chiesti come mai da Mohammed Alì al nostro Clemente Russo, passando per Mike Tyson e finanche per Rocky Balboa, nessun pugile salga sul ring con barba e baffi? Coincidenza? Superstizione? No, nessuna delle due: in realtà si tratta di un obbligo. La barba è vietata dal regolamento della federazione internazionale di pugilato e dal Comitato olimpico internazionale (Cio). L’intento è evitare che la peluria del viso possa causare abrasioni all’avversario, soprattutto nel corpo a corpo. Senza contare che la rasatura permette ai giudici di gara di vedere i tagli durante il combattimento.

 

Così quando l'autorevole rivista Sport's Illustrated ha deciso di dedicare una fotogallery alle barbe più famose della storia dello sport, si è trovata senza pugili. Tra i 33 campioni ritratti con rispettive barbe ci sono un giocatore di Baseball, Brian Wilson, riconoscibile dalla barba folta e nera, il cestista Baron Davis, numerosi giocatori di football americano e persino il talento dell' Hockey candese Scott Niedermayer che da qualche anno ha deciso di stupire i fan con una bella barba brizzolata. Ma nessun pugile. E i calciatori?

 

Neppure loro ci sono, in realtà. Ma la barba in questa caso non c'entra: semplicemente il calcio non è ancora entrato nel cuore dei lettori americani di Sport's illustrated. Un vero peccato, se ci pensate. Perché da Diego Armando Maradona a Lionel Messi, i grandi goleador si raccontano spesso anche attraverso il disegno di barba e baffi (quella di Messi per esempio è abbastanza recente, e ha generato curiosità tra i tifosi e discussioni sul web). Anche il calcio italiano ha le sue barbe di cui andare fiero: giochi di rasoio che creano sul viso vere e proprie opere d'arte, come nel caso del portiere del Genoa, Sebastian Frey, o barbe pensose e spontanee come quella del centrocampista della Roma, De Rossi. E che dire di Gennaro Gattuso? Lo abbiamo conosciuto quando già aveva la barba. Senza, proprio non possiamo immaginarlo.

 

Una nota finale la merita l'idolo delle folle David Beckham: il suo volto sbarbato da eterno teenager è un ricordo degli anni metrosessuali. Quello che oggi si muove con disinvoltura tanto sui campi di calcio che sui set della pubblicità, è un Beckam diverso: barba che gli copre il collo e sale su su, foltissima, fino agli zigomi. Ma senza mai nascondere il sorriso che ha fatto la sua fortuna di calciatore sex symbol.