Indietro
×

BARBIERI DI STRADA

Li trovate in India, in Cina, in Pakistan, nei campi profughi, in varie città nel sudest asiatico. E anche a Cuba, sempre pronti a disegnare coi loro rasoi un mondo che come unici confini ha quelli delle basette. Sono i barbieri di strada, testimoni che prendersi cura di sé è un fatto di dignità che non conosce latitudini né differenze di censo e cultura: costano così poco che tutti possono permettersi una seduta da loro.

 

Portatori di una tradizione antichissima, questi barbieri occupano un posto da ambulanti in città poverissime come Calcutta o pericolose come Islamabad. Resistono allo smog e ai colpi di mortaio, al clima e alla miseria. Il loro corredo è racchiuso in una cassetta di legno con dentro lame, schiume e pennelli. Hanno sempre uno specchio o un frammento di specchio dove far guardare i clienti. E a volte un tavolino e una sedia (ma non sempre). Alcuni a richiesta, praticano anche massaggi cranio-sacrali. E assolvono al ruolo di pubblico confessore: perché farsi fare la barba è sempre un atto di fiducia.

 

Il fatto che operino agli angoli delle strade è un dettaglio. Chi si rivolge ai barbieri di strada lo fa nella consapevolezza di voler migliorare il proprio stile. Guardate questo video, ambientato a New Delhi, se non ci credete. Oppure volate a Cuba, dove le riforme economiche di Raul Castro hanno di fatto permesso il lavoro ambulante e moltiplicato i barbieri di strada e sono soprattutto i giovani a rivolgersi da loro. Così come accade nei sobborghi di Panama, dove i barbieri di strada sono un'istituzione: non disdegnano di usare il tagliacapelli elettrico e si inventano capigliature dai nomi esotici come el cerquillo, el chaval, el mexicanito e il jersey, ispirato al taglio di Cristiano Ronaldo. Il loro tariffario va da 1 a 10 dollari a seconda della complessità dell'opera. E non possono permettersi di sbagliare, perché la strada le voci corrono più in fretta. Basta un errore per rimetterci la reputazione.