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    Gravidanza: come la vivono i papà

    Sono ufficialmente finiti gli anni in cui la gravidanza era una faccenda da donne; i papà di oggi sono sempre più coinvolti nella dolce attesa e partecipano attivamente alla nascita del loro bambino.

     

    Dal test di gravidanza alla sala parto, passando per tutti i controlli dal ginecologo e le ecografie, i nuovi padri non perdono occasione per stare accanto alla loro compagna e diventare i coprotagonisti di questa meravigliosa avventura.

     

    Ma se il corpo femminile è predisposto ad accogliere la nuova vita che viene percepita come presenza fin dai primi istanti, il futuro papà non ha questa possibilità e quindi il suo vissuto emotivo nei confronti del bambino ha necessariamente tempi diversi.

    Una mamma e un papà in attesa

    Che cosa significa veramente per un uomo aspettare un figlio? Quali pensieri, emozioni o paure entrano in gioco durante i fatidici 9 mesi? Recentemente si è cercato di rispondere a queste domande, studiando i meccanismi tipici della gravidanza dalla prospettiva dei futuri papà.

     

    Il test positivo: gioia o panico?

     

    Un uomo, generalmente, alla notizia di gravidanza – indipendentemente dal fatto che si tratti di un evento desiderato o inaspettato -, prova un leggero senso di “panico”. E’ una reazione assolutamente comune e normale, dettata da una sorta di “ansia da prestazione”.
    Immediatamente dopo aver saputo il risultato positivo del test, il futuro papà si proietta nel futuro e comincia a chiedersi se sarà all’altezza della situazione, mentre sullo schermo della sua mente cominciano a passare immagini di notti insonni, partite di calcetto cancellate, tempo libero azzerato e uscite con gli amici ridotte causa bebè.
    Insomma molto spesso i pensieri del papà sono incentrati sul bambino già nato, proprio perché nel suo caso le trasformazioni psicologiche non sono accompagnate da mutamenti fisiologici, come avviene per la donna, che inizia a creare naturalmente un legame con suo figlio che cresce dentro di sé.
    Per l’uomo serve un pizzico di tempo e uno sforzo d’immaginazione in più. Ecco perché le reazioni individuali sono differenti: c’è chi si concentra sull’organizzazione, pensando a tutte le questioni pratiche che il nuovo assetto famigliare comporta, chi si butta a capofitto nel lavoro e chi rimanda il problema al giorno della nascita, continuando la sua vita di sempre come se niente fosse. Per vivere con consapevolezza la paternità è invece molto importante partecipare il più attivamente possibile alla gravidanza, preparandosi ad accogliere il bebè sostenendo la partner nel suo ruolo materno.

     

    I cambiamenti a livello ormonale

     

    In realtà è stato dimostrato che anche negli uomini avvengono alcuni cambiamenti fisici durante i 9 mesi di gravidanza della compagna (Edelstein, R. S., Wardecker, B. M., Chopik, W. J., Moors, A. C., Shipman, E. L. and Lin, N. J. (2015), Prenatal hormones in first-time expectant parents: Longitudinal changes and within-couple correlations. Am. J. Hum. Biol., 27: 317–325. doi: 10.1002/ajhb.22670). Lo studio condotto dall’Università del Michigan e pubblicato sull’ American Journal of Human Biology nel 2015, che ha indagato cosa accade dal punto di vista ormonale nella coppia quando è in atto una gravidanza, ha rilevato cambiamenti ormonali anche negli uomini, fin dai primi mesi della gravidanza.
    Si tratta di variazioni ormonali come l’aumento dell’ossitocina, della prolattina e dell’estradiolo, che hanno l’effetto di ridurre l’aggressività virile e aumentare la sfera emotiva e affettiva. E’ come se nel futuro papà cominciasse a prepararsi un fertile terreno, più protettivo e più adatto a prendersi cura della mamma e del bambino.

     

    Tempo di bilanci

     

    Aspettare un bimbo porta automaticamente l’uomo a fare bilanci con il suo passato, ripensando all’infanzia e al rapporto con il proprio padre. Oggi però i nuovi papà si trovano in difficoltà, perché non hanno a disposizione molti modelli di riferimento da seguire, dal momento che il ruolo paterno è profondamente cambiato rispetto alle generazioni precedenti. Può diventare difficile dunque immaginarsi come padri, dovendosi inventare da zero. Ecco che i lunghi mesi della dolce attesa possono essere il giusto intervallo per lasciarsi andare alle riflessioni profonde, riconsiderando sogni, progetti e priorità di vita.

     

    Cosa possono fare le donne

     

    Le mamme possono aiutare il compagno a creare un legame con il figlio che cresce nel pancione, rendendolo partecipe e coinvolto nei cambiamenti salienti (dai primi movimenti, ai controlli ecografici). Vicinanza e condivisione sono elementi che giovano reciprocamente a entrambi i genitori: alla mamma permettono di vivere con maggior serenità la gravidanza, mentre per il padre rappresentano un’opportunità preziosa per fare conoscenza con il proprio piccino.

     

    Sentirsi il terzo incomodo

     

    Molti futuri padri lamentano di sentirsi esclusi e dimenticati da tutti, troppo intenti ad occuparsi della mamma e del bebè che sta per nascere. Amici, parenti, ostetriche e esperti sono tutti concentrati sulla donna, come è giusto che sia, ma spesso si dimenticano di dare il giusto peso alla paternità, facendo sentire gli uomini come terzi incomodi. Ecco perché è fondamentale che mamma e papà si impegnino a coltivare uno spazio speciale di dialogo, che riesca a far fluire emozioni, comunicazioni e confidenze, facendoli sentire più forti e uniti davanti alla magica esperienza che stanno vivendo.

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