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    I primi sintomi della gravidanza

    Prima di fare un test di gravidanza, è possibile per una donna capire di essere o meno incinta?

     

    Non appena avviene il concepimento, il corpo femminile comincia ad avvertire alcuni sintomi di gravidanza. Non tutte le donne però avvertono i medesimi segnali nell’ordine in cui sono solitamente descritti. Ci sono future mamme che cominciano a sentire i primi campanelli di gravidanza molto precocemente, altre che non percepiscono nulla fino alla prima visita dal ginecologo. Insomma, l’inizio di una nuova gravidanza è davvero molto soggettivo e ciascuna di noi può reagire con modalità e tempi diversi.

    Donna in gravidanza

    Addirittura può capitare che il desiderio di maternità influenzi le percezioni e faccia confondere i sintomi premestruali con una gravidanza.

    Vediamo ora quelli che sono i più comuni sintomi per capire di essere incinta:

     

    Amenorrea, o assenza di mestruazione

     

    Il sintomo più lampante, che ci deve indurre con certezza a eseguire un test di gravidanza, è l’assenza di mestruazione nei giorni in cui l’avevamo prevista, ovvero circa un paio di settimane dopo l’ovulazione, se si ha un ciclo mestruale regolare di 28 giorni. Prima di eseguire i test di gravidanza fai-da-te che si acquistano in farmacia, è opportuno aspettare che trascorrano almeno 7 giorni di ritardo delle mestruazioni, per non rischiare di incappare in falsi positivi o negativi. Se il test rileverà nell’urina della donna la presenza dell’ormone hCG, la gonadotropina corionica umana, è praticamente certo che la gravidanza ha avuto inizio.

     

    A questo segnale di un assai probabile avvio di gravidanza, se ne associano solitamente altri.
    Eccoli elencati sotto, proposti in un ordine indicativo delle tempistiche con cui si potrebbero presentare.

     

    • Spotting da impianto dell’embrione: quelle piccole perdite di sangue.
      Lo spotting da impianto dell’embrione sono quelle goccioline di sangue dal colore rosso vivo o scuro che talvolta si verificano circa una settimana dopo il concepimento, quando l’embrione inizia il suo processo di annidamento nell’endometrio dell’utero provocando in alcuni casi un leggero sanguinamento. Queste perdite possono trarre in inganno la donna, che le confonde con delle leggere mestruazioni, quando in realtà si tratta dell’esordio della gravidanza.
      A gravidanza appena cominciata, lo spotting di scarsa entità può capitare anche per altre cause, come la rottura di capillari nel collo dell’utero (quest’organo è infatti più ricco di sangue nei mesi dell’attesa) che può accadere dopo un rapporto sessuale. Niente di allarmante, solo in caso il sanguinamento diventi abbondante è meglio rivolgersi al proprio ginecologo.
    • Seno e capezzoli: cambiano volume e colore.
      La parte del corpo della futura mamma soggetta a grandi cambiamenti fin dal primo periodo della gravidanza è il seno. Sono ancora una volta gli ormoni (estrogeni e progesterone) che durante i 9 mesi ne determinano un aumento di volume e una nuova consistenza, mentre il capezzolo assume una colorazione più scura tendente al violaceo e l’areola si allarga.
      Tuttavia ciò che viene percepito a pochi giorni dal concepimento (già 1 o 2 settimane dopo il concepimento) è una maggiore pienezza del seno e una tensione anche un po’ dolorosa, molto simile a quella che spesso ci capita prima del ciclo mestruale.
    • Le nausee, al mattino ma non per tutte.
      Molte donne, ma non tutte, soffrono delle “nausee mattutine”, durante il primo trimestre. Spesso la nausea è accompagnata da vomito e da una forte avversione per determinati odori, come per esempio quello del caffè. Alcune donne invece lamentano frequenti vertigini, altre diventano stitiche. Responsabili di questi fastidi sono gli estrogeni e l’ormone hCG, rilevabile nella donna quando è in corso la gravidanza.
    • Una maggiore stanchezza e desiderio di dormire.
      L’esordio e la fine della gravidanza sono caratterizzati da una medesima sensazione di stanchezza e da un irrefrenabile desiderio di dormire/riposare. Nelle primissime settimane della gestazione, sempre a causa degli ormoni e del nuovo assetto metabolico che si sta instaurando per accogliere una nuova vita, spossatezza e sonnolenza sono all’ordine del giorno, tanto che per la futura mamma il sonno risulta invincibile e la possibilità di assopirsi quanto mai ambita. Attenzione dunque a questo sintomo, uno dei primi a comparire, senza però lasciarsi trarre in inganno (altre potrebbero esserne le cause in concomitanza con manifestazioni fisiche come febbre e freddo).
    • Pollachiuria: uno stimolo più frequente a urinare.
      Un altro fenomeno che accomuna inizio e fine dell’attesa è il desiderio di fare pipì molto più spesso del solito. Nelle prime settimane di gravidanza l’azione del progesterone fa sì che la muscolatura della vescica sia più rilassata, rendendo di conseguenza più difficile trattenere la pipì. Questo inconveniente non si presenta solitamente con l’esatto esordio della gravidanza, ma qualche settimana più tardi.
    • Umore mutevole e mal di testa.
      Il nuovo assetto metabolico e ormonale può determinare dei cambiamenti anche a livello di umore. Potrebbe infatti capitare che la donna all’inizio della gravidanza si senta più emotiva e fragile, più facile alle lacrime e all’ansia, ma anche più euforica… L’umore insomma potrebbe risentirne, divenendo più instabile. Inutile dire che chi vi sta intorno dovrà armarsi di un po’ più di pazienza, meglio se dandovi nuovo appoggio e comprensione.
      Inoltre, sempre per lo stesso motivo, potrebbe capitare di soffrire di mal di testa: se state cercando una gravidanza e sospettate di essere incinte, meglio optare per l’assunzione di antidolorifici con paracetamolo (il principio attivo più sicuro durante tutti i nove mesi) evitando i cosiddetti medicinali FANS, cioè gli antinfiammatori non steroidei.
    • Un leggero mal di pancia.
      Anche questo è un sintomo possibile, che si può avvertire nella parte bassa dell’addome. E’ irrilevante a meno che i dolori non diventino crampi dolorosi, tanto da richiedere la visita di uno specialista.

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