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    Come gestire la febbre nel neonato

    Febbre: sintomo o malattia?


    La prima febbre del neonato non si scorda mai. Purtroppo i primi rialzi della temperatura nei neonati gettano nel panico i neogenitori, specialmente quando si tratta del primo figlio. Infatti sulla febbre nei bambini circolano ancora tanti falsi miti e paure. Cercheremo in questo post di fugare i dubbi più comuni e fare chiarezza sul tema, indicando quali siano le buone pratiche e le raccomandazioni per gestire la febbre in modo corretto, anche perché con l’inverno in arrivo, meglio non trovarsi impreparati!

    Gestire febbre neonati

    La febbre non è una malattia


    Innanzitutto è bene ricordare che la febbre non è una malattia, ma un meccanismo di difesa del nostro organismo quando è in atto un processo infettivo (causato da virus o batteri) o infiammatorio (come accade ad esempio nelle otiti). Sono dunque i sintomi che si sviluppano insieme e attorno alla febbre che devono essere oggetto di osservazione e/o preoccupazione, da parte di genitori e medici.

    Quando si può parlare di febbre?

     

    Secondo le indicazioni dell’OMS, si definisce febbre una temperatura che superi i 37.5, sotto tale valore si tratta di una variazione di temperatura non patologica.

    Come si misura la febbre nei bimbi piccoli?


    Il modo migliore per misurare la temperatura nei bambini di qualsiasi età (neonato compreso) è la misurazione ascellare con termometro elettronico. In bambini oltre le 4 settimane di vita, in ambiente ospedaliero e ambulatoriale, si raccomanda la misurazione ascellare con termometri digitali o anche la misurazione con termometri a infrarossi timpanici o a distanza linee guisa SIPPS.
     

    La misurazione sublinguale e quella per via rettale sono invece sconsigliate, perché non abbastanza attendibili.

    Febbre nel neonato: non solo il termometro

     

    Per decidere come intervenire con il nostro bebè, in caso di febbre, non dobbiamo limitarci a guardare il termometro, ma osservare il suo comportamento generale. Le domande che dobbiamo farci sono: “È molto prostrato? Non riesce a giocare o dormire tranquillo? Se capiamo che il piccolo è sofferente, anche se il termometro non segna temperature elevate, è opportuno somministrare un antipiretico che possa dare sollievo al bambino.

    Quali farmaci usare?


    Gli unici farmaci da usare in età pediatrica, previo parere del medico curante naturalmente, sono ibuprofene (analgesico, antinfiammatorio e antipiretico) e paracetamolo (antipiretico e analgesico), perché entrambi sono efficaci e ben tollerati. Ovviamente andranno somministrati secondo il corretto dosaggio stabilito dal pediatra in funzione del peso del paziente. (Fonte: linee guida SIPPS)

    Quando si deve somministrare il farmaco anti-piretico?

     

    Dopo i 38, 5 di febbre e/o se il bambino appare prostrato o sofferente. Se un bimbo maggiore di un anno ha la febbre alta, ma mangia regolarmente ed è vispo, si può aspettare.

    Quando bisogna chiamare il pediatra o andare al Pronto Soccorso?


    Non sempre è urgente consultare il medico o precipitarsi al Pronto Soccorso appena il termometro segna un rialzo della temperatura. Ecco come bisogna regolarsi:

    • Se il bambino ha meno di 30 giorni, in caso di febbre, è necessario che venga visitato immediatamente da un pediatra.
    • Se il bambino ha meno di 3 mesi, in caso di una temperatura pari o superiore a 38°, bisogna contattare con urgenza un pediatra oppure recarsi al pronto soccorso.
    • Tra i 3 e i 6 mesi è importante valutare il comportamento del bambino. Se è sereno e vigile si può attendere anche 24 ore, se invece ci sono altri sintomi e il bimbo appare prostrato e sofferente, contattare tempestivamente il pediatra.
    • Sopra i 6 mesi la febbre non rappresenta di per sé un’urgenza. Se non sono presenti altri sintomi significativi, si può attendere anche fino a 3 giorni, prima di chiamare il medico.

    Quali “rimedi della nonna” per la febbre sono validi e quali dannosi?

     

    • In caso di febbre, è molto importante che il bambino sia idratato e beva molti liquidi. Se ancora lattante offrirgli il seno o il biberon con latte o una tisana leggera adatta ai neonati. Se più grandicello sopra l’anno e rifiuta l’acqua, si può anche offrire spremute o altre bevande senza zuccheri aggiunti.
    • Quando il bimbo è bollente per la febbre può essere una buona idea appoggiare una pezzetta bagnata sulla fronte, come coccola, ma la borsa del ghiaccio è da evitare, perché ha l’effetto di abbassare la temperatura solo a livello periferico.
    • Il malatino non va coperto troppo con trapunte e indumenti pesanti e non va avvicinato a stufe o caloriferi, altrimenti il suo corpo non riesce a disperdere il calore, provocando di conseguenza ulteriore innalzamento della temperatura corporea.

    • Sono assolutamente vietate le spugnature con l’alcool che sui bimbi molto piccoli non solo sono inutili, ma anche pericolose.

    Cosa fare in presenza di convulsioni febbrili?


    Le convulsioni febbrili sono motivo di ansia per quasi tutte le mamme. In realtà sono piuttosto comuni fra i bambini e devono preoccupare solo se si presentano in bambini di età superiore a 5 anni.

    Purtroppo non si possono prevenire le convulsioni, ma si può intervenire in modo corretto senza panico o allarmismi. Ecco le mosse giuste da fare secondo la SIP (Società Italiana Pediatria):

     

    1. Controllare la durata della crisi, prendendo il tempo.
    2. Mettere il bambino su un fianco senza forzare l’apertura della bocca né muovere la lingua.
    3. Portarlo subito al pronto soccorso solo se è il primo episodio o se la crisi dura più di cinque minuti o se il bambino ha più di sei anni.

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