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    Consigli per l’inserimento al nido

    Avete deciso se mandare il vostro bebè all’asilo o tenerlo a casa? Se avete optato per la prima soluzione siete nel post(o) giusto!

     

    Con l’aiuto e le ricerche esposte dalla psicologa Paola Molina a Milano all’Università del Sacro Cuore in occasione del XXVI Congresso AIP – Sezione di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione entriamo in un percorso suddiviso in 5 tappe fondamentali per compiere l’inserimento al nido del vostro bambino.

    E’ importante capire bene anche quale debba essere il ruolo del genitore affinché il bimbo sia introdotto e accompagnato durante le fasi dell’inserimento al nido nel modo più sereno possibile.

    Bimbo piccolo che gattona in mezzo ai giochi all'asilo nido

    Prima fase: l’accoglienza

     

    Il primo giorno è il momento più significativo. Mamma (ndr: ci riferiamo qui alla mamma per comodità ma può essere anche il papà o un altro adulto che segue l’inserimento) e bambino sono liberi di curiosare all’interno del nido, dove non c’è nulla da nascondere e dove è possibile constatare che gli ambienti e gli spazi del nido sono organizzati per i bambini e per i loro giochi. In questo primo approccio la mamma e le educatrici riceveranno qualsiasi tipo di informazione. Saranno scambiate notizie sul bambino in merito alle sue abitudini e sull’organizzazione del nido, riguardo alle attività educative, ai ritmi della giornata, al pasto, al sonno e al cambio. Le classi sono attrezzate in modo tale che i bambini possano avere a portata di mano tutti i materiali o giocattoli. Il ruolo del genitore in questa prima fase è quello di accompagnare il suo pargoletto in giro per la sala o la classe ad esplorare.

     

    Seconda fase: il consenso

     

    Il bambino può esplorare tutti gli ambienti disponibili con il sostegno della mamma o del papà, a seconda di chi si occuperà dell’inserimento e dell’educatore. Ciò che il bimbo farà in questa seconda fase è di allontanarsi dal genitore per “rischiare”, conoscere, giocare, manipolare, scoprire. In questa fase è necessario non proporre situazioni troppo stimolanti o non abituali, per evitare che si rivolga a ricercare il sostegno della mamma. Alla mamma si richiede di rimanere a completa disposizione del figlio. All’inizio della giornata è invitata ad accomodarsi in un posto fisso del salone per staccarsi limitatamente dal piccolino ma rimanere a sua disposizione, permettendo così al figlio di continuare l’esplorazione del nuovo ambiente con maggiore autonomia.

     

    Terza fase: la sfida

     

    Ora la mamma lascia maggiore spazio al rapporto tra bambino ed educatore attraverso qualche attività ludica. Le porte delle stanze da gioco sono ancora aperte, il bambino può facilmente fluttuare da un ambiente all’altro, e da un’attività all’altra. La mamma resta ancora come figura di riferimento prevalente. Le viene chiesto però di spostarsi più volte, molto velatamente la mamma sfida il proprio piccolo a imparare a cavarsela senza di lei. Dovrà provare a non intervenire nelle situazioni di conflitto in cui è coinvolto il piccolo, per lasciare spazio e tempo all’educatore, come nuovo e futuro referente. E’ importante che in questa terza fase la mamma spinga il figlio a rapportarsi verso l’educatore quando chiede qualcosa (biscotti, acqua, giocattoli, ecc.).

     

    Quarta fase: il distacco preliminare

     

    La mamma in questa fase “mette alla prova” il figlio. Dopo avergli offerto la massima disponibilità ed averlo sfidato in maniera molto graduale, ora deve spingere verso una maggiore autonomia. Ecco che in questa fase la mamma si sposterà dalla classe in cui si trova il bambino ad una stanza adiacente, lasciando il bambino con l’educatore e i nuovi compagni, scomparendo quindi dalla vista del piccolo.

     

    Quinta fase: il distacco

     

    E’ arrivato il momento! La mamma lascia il figlio al nido e va via. E’ importante che la mamma mostri tutto l’entusiasmo e la gioia che prova nel ricongiungersi quando va a riprenderlo, sottolineando il fatto di poter essere sempre sicuro del suo ritorno.

    Sappiamo che nemmeno per una mamma è facile allontanarsi dal proprio figlio per tante ore e lasciare che affronti da solo i primi ostacoli. In molti casi sembra che l’inserimento sia anche per i genitori e non solo per il bebè. Questi 5 step possono quindi aiutare madre e figlio ad affrontare con più serenità l’inserimento al nido.

    E voi avete già affrontato questa tappa? Condividete con noi e con le altre mamme le vostre storie e consigli!

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