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    L’amico immaginario: un’esigenza di molti bimbi

    Ci sono ancora molti genitori, pediatri e psicologi dell’infanzia che si preoccupano per la comparsa dell’amico immaginario nella vita di tanti bambini. Ebbene, oggi possono tutti tranquillizzarsi perché le ricerche sull’argomento dimostrano che la creazione di un amico immaginario è un evento molto comune e per giunta sano.
     

    L’amico immaginario è un buon alleato

    Stereotipi e cliché sono sempre dietro l’angolo e tante mamme e papà tendono ancora oggi a pensare che un figlio con l’amico immaginario possa avere maggiori problemi rispetto ad altri, per esempio essere timido, isolato, emotivamente instabile e poco socievole, o magari sono convinti che abbia bisogno di distaccarsene in fretta per entrare a contatto solo con amici reali.

    Bimba che gioca con il suo animale di peluche

    Avere un amico immaginario significa che il vostro bambino non può distinguere la fantasia dalla realtà? O ancor peggio, che potrebbe essere a rischio di disturbi psicologici?  La risposta, è no! Se leggiamo materiali sull’argomento, scopriamo che sono stati fatti studi e ricerche scientifiche sul campo che dimostrano proprio il contrario.

    L’amico immaginario appare, insomma, come un’immagine distruttiva e pericolosa, soprattutto per i genitori, forse perché spesso i bambini lo usano per affrontare e per combattere lo stress. L’immaginazione è invece una risorsa potente a loro disposizione. Lo dimostra la ricerca di Dorothy G. Singer e Jerome L. Singer, che ha rotto il tabù sostenendo che i bambini che creano amici immaginari tendono ad essere socievoli e a godere della compagnia altrui.

    Non solo avere un compagno immaginario è sano, ma è anche abbastanza comune.

    Secondo la psicologa Tracy R. Gleason ci sono molti tipi diversi di amici immaginari, dagli oggetti come i peluche, le macchinine o le barbie, a quelli dalle sembianze umane, ma del tutto invisibili. Alcuni sono gentili e obbedienti, altri dispettosi e indisciplinati.

    Al Confine tra fantasia e realtà

    Amici immaginari e bambini è da sempre un binomio affascinante anche se in realtà non c’è molto materiale in cinematografia o in letteratura. In ogni caso l’autrice in questione, Tracy Gleason, dedicando un intero libro alla creazione e alla relazione tra bambino e il suo amico immaginario, sostiene che la maggior parte dei bambini sia molto chiara e consapevole nel definire e stabilire i loro compagni immaginari come immaginari, per l’appunto. Altri autori e psicologi come Harter e Susan Chao esplorano nei loro studi lo scopo delle amicizie immaginate esponendo la teoria interessante secondo cui i bambini userebbero attivamente gli amici immaginari come meccanismi per fronteggiare le situazioni di stress e soddisfare il desiderio di interagire con il loro mondo. Sulla stessa lunghezza d’onda, si sono espressi altri psicologi statunitensi, quali Frank e Theresa Caplan che nel loro libro “Il potere del gioco”, sostengono una tesi davvero affascinante secondo cui fornirsi di un amico immaginario e giocare con esso, permetterebbe ai bambini una buona opportunità di contrastare l’impotenza nel mondo, creandone uno ad hoc, su misura, in cui tutto è sotto controllo, governabile ed ordinabile.

    Quanto sono comuni gli amici immaginari

    La maggior parte dei bambini piccoli gioca e interagisce con peluche, bambole o altri giocattoli simili, considerati speciali e trattati come fossero vivi. Gli amici immaginari testimoniano il grandissimo potere dell’immaginazione, infatti possono essere creature dalle sembianze umane, animali o frutto della più sfrenata fantasia dei bambini. Secondo la psicologa Marjorie Taylor e i suoi colleghi all’Università dell’Oregon:

    • all’età di 7 anni, circa il 37% dei bambini crea un amico immaginario;
    • ogni amico immaginario è diverso, possono apparire da soli o in gruppi. I maschietti tendono a inventare solo amici immaginari maschi, mentre le bambine creano amici immaginari sia maschi che femmine;
    •  i bambini con amici immaginari possono descriverli e fornire facilmente molti dettagli su di essi, spiegando quali e come sono e come si comportano. A volte gli amici immaginari restano parte della vita di un bambino e della sua famiglia per molti anni;
    • la dottoressa Taylor ed i suoi colleghi hanno scoperto che i bambini che diventano “amici” di un oggetto personificato, come un peluche o una bambola, tendono ad avere una relazione genitoriale con il loro giocattolo speciale, mentre i bambini con amici immaginari invisibili; tendono a creare ed immaginare una relazione paritaria, più simile a un vero amico alla pari.
    • come gli amici reali, anche quelli immaginari non sempre collaborano! Marjorie Taylor, la psicologa che ha condotto questi studi, ha scoperto che circa un terzo dei bambini con amici immaginari si lamentava della loro disobbedienza o, per un verso o per l’altro, dei loro ‘invisibili’ dispetti;

    Come rispondere all’amico immaginario di tuo figlio?

    In conclusione, se il vostro bimbo ha un amico immaginario, rilassatevi e godetevelo anche voi mamme! Sarà divertente. Potrete fargli domande per saperne di più su questo amico speciale. Potrete imparare qualcosa sugli interessi, i desideri, i timori o le preoccupazioni attuali del vostro bimbo.
    È giusto stabilire delle regole da rispettare valide anche per l’amico immaginario di vostro figlio, nel caso le richieste dell’amico immaginario o i suoi comportamenti diventassero troppo impegnativi. Senza sfidare a muso duro l’amico immaginario, potreste comunque stare al gioco, per esempio aggiungere un posto a tavola per l’invisibile amico, se vostro figlio vi chiede di farlo, ma la dottoressa Taylor raccomanda alle mamme di fare attenzione a non intromettersi troppo nella fantasia di un figlio e di imparare a rispettare quello spazio come prezioso e privato. Un amico immaginario è un’espressione unica e magica dell’immaginazione del vostro piccolo bambino.

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